domenica 13 febbraio 2011

PUNTI TRIGGER MIOFASCIALE E KINESIOLOGIA




I TRIGGER POINT, secondo la descrizione di Travell che ne rese nota l'idea, sono aree dolorose che manifestano il loro potenziale a distanza.
Sono i responsabili della cosiddetta sindrome miofasciale  caratterizzata da un circolo vizioso di dolore/spasmo muscolare che può perpetuarsi per lungo tempo, impedendo al muscolo di assumere la normale lunghezza di riposo.
Il punto dove si forma il dolore è chiamato "zona di riferimento" e il punto trigger può essere situato all'interno di questa zona oppure lontano.

I punti trigger possono essere: attivi che evocano un dolore uguale a quello di cui in soggetto soffre, oppure latenti che pur essendo dolorosi non danno luogo a dolore spontaneo nella persona.

I punti trigger si dividono in:

  • principali
  • satelliti o secondari
  • silenti
Il trigger principale è generalmente l'obiettivo del trattamento.

Il muscolo dove è presente un trigger point è spesso ipertonico e presenta una reazione alla contrazione o ad un eccessivo stiramento, spesso si attivano con uno sforzo meccanico.
Al tatto sono riconoscibili come una porzione circoscritta di muscolo o fascia simile ad un nodulo, indurita e dolente alla palpazione.
Le cause della loro attivazione sono svariate: trauma, usura, tensioni, stress, sport, lesioni radice nervosa, intossicazione...

Essi si manifestano ovunque e soprattutto nelle aree di maggiore stress meccanico come collo, spalle e parte inferiore della schiena. 
Sintomi che possono far pensare a trigger point attivi sono: l'allungamento attivo e passivo del muscolo aumenta il dolore, l'allungamento passivo è limitato, alla palpazione il muscolo è contratto, deficit di forza del muscolo colpito...

Per individuare i punti trigger esistono della mappe ma con la kinesiologia possono essere trovati tramite la TL (therapy location).
Molto importante ricordarsi che spesso i punti trigger si trovano nella parte opposta a quella dolorosa!!

Il trattamento dei punti trigger è spesso molto doloroso ed è accompagnato da un peggioramento iniziale dei sintomi seguito poi da un netto miglioramento.... questo è uno dei motivi che mi ha spinto a far scarso utilizzo di questa tecnica, ma la scorsa settimana mi sono ricreduta  e ho potuto testare su me stessa la sua grande efficacia!!!

Da circa due settimane soffrivo di un dolore alla zona del trapezio superiore, tale fastidio si accentuava ogni volta che cercavo di girare la testa a destra, la capacità di rotazione del collo era molto limitata e la zona era particolarmente dolorosa e di consistenza dura e nodulosa.
Durante una seduta per la reversione della curva cervicale, la mia cara amica e collega Silvia, mi ha testato i muscoli del collo ed ha individuato un problema di reversione della curva cervicale. 
Messo in pausa il problema con il test muscolare ha individuato le correzioni più opportune. 
Dopo avermi spento i fusi dei pterigoidei, ha individuato il punto trigger attivo e prioritario nella zona del trapezio superiore. Con l'ausilio di un MI (muscolo indicatore) mi ha fatto contrarre al massimo il muscolo e con la TL (therapy location) ha trovato il punto trigger da trattare!
Il trattamento non è stato affatto piacevole, con il muscolo contratto, ha esercitato una notevole pressione sul punto trovato sino a quando il dolore si è attenuato.
Dopo un breve massaggio alla zona cervicale il mio corpo non ha chiesto più nulla!!
Il giorno dopo il dolore si era già attenuto sino a scomparire del tutto dal secondo giorno in poi .... grazie al trigger point è stato spezzato quel circolo vizioso che induceva dolore/spasmo muscolare, il muscolo ha potuto finalmente spegnersi e raggiungere il suo massimo grado di allungamento!!

Grazie Silvia per avermi fatto star meglio e rivalutare l'efficacia dei TRIGGER POINT!!

Ah dimenticavo un ottimo supporto nutrizionale per i punti trigger è la GLICINA! 

Inoltre nel caso dobbiate trattare un trigger raffreddare il muscolo prima è un modo eccellente per prepararlo al trattamento!!




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